Caso clinico: LOMBOSCIATALGIA SU BASE DISCALE CON ERNIA ESPULSA

L.G. , 68 anni. Ernia discale espulsa L4-L5 dx in fase acuta con dolore irradiazione al nervo sciatico e dolore di tipo neuropatico con allodinia e parestesie a livello dell’arto inferiore.

07 Luglio 2022

L.G. , 68 anni. Ernia discale espulsa L4-L5 dx in fase acuta con dolore irradiazione al nervo sciatico e dolore di tipo neuropatico con allodinia e parestesie a livello dell’arto inferiore.
Come spesso accade, L. si è inizialmente rivolto al suo medico di base per avere una diagnosi in relazione al dolore che si è riacutizzato nelle ultime  due settimane. L’impossibilità al riposo notturno e l’interruzione dell’attività lavorativa di meccanico, hanno spinto L.  a rivolgersi presso il nostro Centro di Terapia del Dolore, per effettuare una valutazione e programmare un adeguato trattamento.

La prima fase è stata incentrata sulla valutazione clinica del paziente: si è provveduto all’anamnesi, visione dei referti portati alla visita, valutazione tramite scala VAS del dolore. In seguito si è svolto l’esame obiettivo, focalizzandosi sulla zona del dolore e dell’ernia: il paziente è stato valutato in una posizione che evitasse la presenza di dolore . È stata valutata la zona lombare e sacrale, la rotazione delle vertebre lombari, lo stato del tono muscolare, la presenza di eventuali punti trigger, la sensibilità tattile e la motilità di tutto l’arto inferiore. A seguire è stato pianificato un ciclo infiltrativo di tre blocchi antalgici lombari con miscela di corticosteroide ed anestetico locale, per la durata complessiva di tre settimane di terapia.
Lo scopo della terapia impostata è stato quello di ridurre innanzitutto la sintomatologia dolorosa attraverso l’azione dell’anestetico locale presente nella miscela, secondariamente quello di aumentare lo spazio vertebrale che in caso di ernia espulsa tende a diventare meno ampio, attraverso l’azione antinfiammatoria del corticosteroide a livello del disco vertebrale espulso. In questo modo, la compressione del nervo va a ridursi e viene meno la sensazione di formicolio o scossa elettrica che il paziente avvertiva a livello dell’arto inferiore. La terapia infiltrativa è stata inoltre associata ad una terapia farmacologica sistemica con un’associazione di FANS e oppioidi deboli che hanno permesso la gestione domiciliare del dolore, garantendo un controllo del sintomo costante durante le ore del giorno e della notte, in ultimo una integrazione di componenti della guaina mielina ha garantito un ripristino della normale funzionalità nervosa a livello della gamba.

Al termine delle tre settimane di infiltrazioni il paziente ha ripreso normalmente le sue attività normali di vita quotidiana e soprattutto la sua attività lavorativa. La deambulazione e la postura sono ritornate normai e di tipo fisiologico.
La terapia farmacologica per bocca si è protratta per un’altra settimana di mantenimento, poi è stata del tutto interrotta.
Attualmente, dal punto di vista radiologico, il paziente mantiene a livello lombare solo una protrusione discale, ovvero un rigonfiamento del disco che però non causa più dolore alla schiena o a livello della gamba, mancando di fatto il conflitto radicolare dell’ernia sul nervo.
Alla fine del trattamento infatti, lo stato di infiammazione si è nettamente ridotto, permettendo quindi che venisse a mancare la compressione del nervo sciatico da parte dell’ernia espulsa

È utile sapere che iniziare il processo terapeutico in fase acuta é necessario ed importantissimo: in questo modo i risultati del trattamento si raggiungono in meno tempo e possono essere più duraturi nel tempo. L’organismo, ed in particolare la colonna vertebrale, quando si trova di fronte ad una situazione di dolore tende a mettere in atto dei compensi che, da un lato cercano di limitare il dolore acuto, ma dall’altra causano posture errate e deambulazione scorretta. entrambi questi elementi, se protratti nel tempo possono dare luogo ad una cronicizzazione del dolore che risulterà più complesso da gestire sia dal punto di vista infiltrativo che farmacologico.

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